lunedì 2 settembre 2013

Storie di panico - Alice

Ciao a tutti!

Ho letto giorni fa che pubblicavano le vittorie e mi piacerebbe condividere con voi la mia. Ho sempre convissuto con l'ansia da quando ho quindici anni, dapprima in forma tenue e sporadica poi a venticinque anni, due anni fa, si è aggravata: pronto soccorso, ansiolitici, quando mangiavo avevo crisi di panico o di pianto, insonnia e angoscia notturna, impossibile uscire, potevo stare all'aperto solo accompagnata da mia mamma e molto raramente. Lavoro e amici ridotti al minino, con grandi sensi di colpa (che non aiutano). Poi ho deciso di affrontare la cosa adeguatamente, ho messo forza di volontà, abbandonato la vergogna: un percorso su me stessa da sola e con l'aiuto di una bravissima psicoterapeuta. Poi, qualche mese fa, succede qualcosa di inaspettato. Conosco una persona, e avviene il miracolo. Un uomo di quaranta anni con i miei stessi problemi di ansia, parlare con qualcuno che ti capisce così intimamente è stato meraviglioso. Ovviamente l'affinità è cresciuta, per molti altri motivi ... ma io sono torinese e lui toscano. Stavo per rinunciare. A mala pena uscivo di casa e solo per pochi minuti, non salivo su un treno o in macchina da due anni, stavo per rinunciare. Poi ho detto no. Ho preso il treno, lui ha fatto lo stesso (con le stesse paure mie) e a metà strada ci siamo incontrati. Non volevo permettere all'ansia di potermelo via, e ho reagito. E anche se ora ho ancora delle crisi, alcune forti, periodi neri, sono lontano da casa mia (da quello che credevo il mio unico rifugio) di 650 chilometri, e quando mi sembra di non farcela lui mi dice sempre "guarda cosa sei riuscita a fare", ha ragione e spesso - anche se non è molto - piango di gioia. Forse non ho vinto la guerra definitiva, ma di sicuro sono una brava guerriera. Mi scuso se è una storia lunga e non adatta alla pubblicazione, lo capisco. Ma, volevo condividerla lo stesso. Complimenti per la pagina perché è di grande conforto. 
Un abbraccio a tutti, Alice.


1 commento:

Anonimo ha detto...

Ne soffro e questo danneggia me e la mia famiglia ma il senso di colpa piu grande e verso le mie figlie ,invento mille scuse x nn allontanarmi cn l.auto xke ho paura di nn ricordare il ritorno. Convivo con la takikardia e mancanza di respiro, ma la cosa ke piu mi spaventa ke tutto ciò non so da cosa proviene, cosa e stato il principio della mia fine nn ne sono uscita e nn credo di farcela